Faq sull'Influenza aviaria, dal Sito Fimmg Nazionale
Che cosa è una
Pandemia?
La pandemia è una epidemia di tale estensione da coinvolgere
diversi Paesi,
Stati e Continenti.
Perché ciò avvenga è necessario che vi
sia:
- la contemporanea presenza di numerose sorgenti di infezioni in molte
località
- una particolare resistenza ed aggressività
dell’agente patogeno
- la facilità di trasmissione diretta o indiretta.
Che cosa è
l’influenza aviaria
È una malattia degli animali causata da virus aviari che
infettano normalmente
soltanto gli uccelli, il pollame domestico (polli, tacchini e oche),
è il più
suscettibile, e meno comunemente, i maiali. I virus aviari sono
altamente
specifici della specie, ma hanno, talvolta attraversato la barriera di
specie e
infettato gli esseri umani.
Nel pollame domestico l'infezione con i virus aviari causa due forme
principali
della malattia, distinte dalla bassa ed alta virulenza. La forma a
bassa
patogenicità comunemente causa soltanto sintomi lievi come
piume increspate e
diminuzione della produzione di uova e può passare
facilmente inosservata.
La forma altamente patogena è molto più
drammatica. Si sparge molto velocemente
nel pollame, causa la malattia che interessa gli organi interni ed ha
una
mortalità che può avvicinarsi al 100%, spesso in
48 ore.
Quali virus causano la
malattia?
Esistono 16 sottotipi di H e 9 sottotipi di N, ma soltanto i virus
sottotipi di
H5 e di H7 causano la forma altamente patogena della malattia.
Tuttavia, non
tutti i sottotipi di H5 e di H7 sono altamente patogeni e non tutti
causano la
malattia severa nel pollame.
Sembra che il virus H7 si introduca nel pollame in forma patogena
bassa. Ma
entro alcuni mesi sviluppa tramite mutazione la forma altamente
patogena. Ecco
perchè la presenza di un virus H5 o H7 nel pollame
è sempre tema di
inquietudine, anche quando i segni iniziali dell'infezione sono scarsi.
Gli uccelli migratori
diffondono i virus aviari?
Gli uccelli acquatici selvatici sono considerati il serbatoio naturale
di tutti
i virus influenzali A. Probabilmente hanno trasportato i virus senza
danno
apparente, per secoli. Gli uccelli migratori possono introdurre virus a
bassa
patogenicità H5 e H7 nel pollame, dove il virus poi muta
nella forma altamente
patogena.
Gli eventi recenti fanno pensare che alcuni uccelli migratori stiano
diffondendo direttamente il virus H5N1 nella relativa forma altamente
patogena.
Non si conosce quale sia la percorrenza migratoria di un uccello malato.
Che cosa
c’è di speciale in questa malattia?
Mai prima d’ora nella storia di questa malattia si sono avuti
tanti paesi
influenzati simultaneamente, con conseguente perdita di tanti animali
(circa
150 milioni). Il virus ora è considerato endemico in molte
zone dell'Indonesia
e del Vietnam ed in alcune parti della Cambogia, della Cina, della
Tailandia
etc.
Il controllo della malattia nel pollame richiederà molti
anni.
Il virus H5N1 è inoltre di interesse particolare anche per
la salute umana.
Quali paesi sono stati
colpiti?
Da metà-dicembre 2003 a febbraio del 2004, i focolai nel
pollame causati dal
virus H5N1 sono stati segnalati in otto nazioni asiatiche (elencate per
segnalazione): la Repubblica di Corea, il Vietnam, il Giappone, la
Tailandia,
la Cambogia, il Laos, l'Indonesia e la Cina.
All'inizio di agosto del 2004, la Malesia ha segnalato il suo primo
focolaio di
H5N1 nel pollame.
La Russia ha segnalato focolai verso la fine di luglio del 2005,
seguita dal
Kazakhstan all'inizio di agosto. Morti di uccelli selvatici infetti da
H5N1
sono state segnalate in entrambi i paesi. Quasi simultaneamente, la
Mongolia ha
segnalato la rilevazione di H5N1 in uccelli migratori infetti. Nel mese
di
ottobre del 2005, H5N1 è stato confermato in polli della
Turchia ed in Romania.
Il Giappone, la Repubblica di Corea e la Malesia hanno annunciato il
controllo
pieno dei loro focolai.
Quali sono le implicazioni
per la salute umana?
La persistenza diffusa di H5N1 nelle popolazioni del pollame comporta
due
rischi principali per la salute umana.
Il primo è il rischio di infezione diretta quando il virus
passa dal pollame
agli esseri umani, con conseguente malattia molto severa. Dei pochi
virus
aviari che hanno attraversato la barriera di specie per infettare gli
esseri
umani, H5N1 ha causato il più grande numero di casi di
malattia e morte in
esseri umani. Diversamente dalla influenza stagionale normale, dove
l'infezione
causa soltanto sintomi respiratori lievi nella maggior parte dei casi,
la
malattia causata da H5N1 segue un decorso clinico insolitamente
aggressivo, con
alta mortalità. La maggior parte dei casi si sono presentati
in bambini ed in
adulti giovani.
Un secondo rischio è che il virus possa, con una serie di
mutazioni, cambiare
in una forma altamente contagiosa per gli esseri umani.
Un tal cambiamento potrebbe contrassegnare l'inizio di una pandemia.
Dove si sono avuti casi
umani?
I casi umani confermati in laboratorio sono stati segnalati in quattro
paesi:
La Cambogia, l'Indonesia, la Tailandia ed il Vietnam.
Hong Kong ha avuto due focolai: nel 1997 il virus ha infettato 18
persone e ne
ha ucciso 6. All'inizio del 2003, il virus ha causato due infezioni, di
cui una
mortale, in una famiglia di Hong Kong con una storia recente di lavoro
nella
Cina del sud.
Come ci si infetta?
Il contatto diretto con pollame infettato, o superfici ed oggetti
contaminati
dalle loro deiezioni, attualmente è considerato il
principale motivo
dell'infezione umana. Finora la maggior parte dei casi umani si sono
presentati
nelle zone rurali o periurbane dove molte famiglie allevano il pollame
in promiscuità
e in spazi confinati.
Pertanto poichè gli animali infettati liberano grandi
quantità di virus nelle
loro feci, le occasioni per l’esposizione ai droppings
infettati o agli
ambienti contaminati dal virus sono numerose nelle circostanze su
esposte. Inoltre,
poiché molte famiglie in Asia dipendono esclusivamente dal
pollame per il loro
reddito, vendono o macellano e consumano i polli anche quando i segni
della
malattia compaiono nei loro animali e questo comportamento si dimostra
molto
difficile da modificare. L'esposizione è considerata molto
probabile durante
l’atto della macellazione, spiumatura e preparazione di
pollame per cucinare.
Non c’è prova che il pollame o le uova
correttamente cucinate possano essere
una fonte d'infezione.
Il virus si diffonde
facilmente dagli uccelli agli esseri
umani?
No. Non si è ancora osservata tale trasmissione.
Benchè si siano avuti più di
100 casi umani, questo è un piccolo numero rispetto al
numero enorme di uccelli
influenzati e quindi delle occasioni collegate
all’esposizione umana.
Che cosa è il
rischio pandemico?
Una pandemia inizia quando si verificano tre circostanze: emerge un
nuovo
sottotipo del virus influenzale; infetta gli esseri umani; si diffonde
facilmente fra gli esseri umani.
Il virus H5N1 rispetta le prime due circostanze: è un nuovo
virus per gli
esseri umani, il virus H5N1 non ha circolato mai ampiamente
nell’uomo ed ha
infettato più di 100 esseri umani con una
mortalità del 50%
Manca ad oggi la trasmissione umana efficiente e continua del virus. Il
rischio
che il virus H5N1 acquisti questa abilità persiste
finchè permangono le
condizioni e queste, a loro volta, persistono finchè il
virus continua a
circolare in uccelli e polli.
Questa situazione potrebbe perdurare per anni. Il virus può
migliorare la
propria trasmissibilità fra gli esseri umani mediante due
meccanismi
principali.
Il primo per un processo di riassortimento in cui il materiale genetico
è
scambiato fra i virus umani ed aviari durante la co-infezione di un
essere
umano o di un maiale.
Il secondo con un graduale processo di mutazioni, con cui aumenta la
capacità
del virus di legarsi alle cellule umane. La mutazione si esprime
inizialmente
per piccoli focolai. Si ritiene che siano necessarie almeno trenta
mutazioni.
La vaccinazione
antinfluenzale contribuisce ad impedire
l’influenza aviaria?
Il vaccino attualmente in uso universalmente protegge dal virus
influenzale, ma
non dà protezione contro l’influenza aviaria, per
la quale si sta studiando un
apposito vaccino.
Tuttavia, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) ha
suggerito che le
persone esposte al contatto con polli infettati o sospettati tali
dovrebbero
essere vaccinate con il vaccino antiinfluenzale per evitare le
situazioni dove
l’uomo può essere infettato dalla
varietà prevalente di virus influenzale e di
virus aviario allo stesso tempo, così permettendo al virus
aviario di mutare e
innescare una pandemia (cioè, quando la malattia si sparge a
tutto un paese o
al mondo intero).
Dovrei essere allarmato?
No, perché in Italia non è presente la malattia.
Inoltre, l’influenza dei polli non è una minaccia
significativa per la nostra
sanità pubblica perché le condizioni igieniche
italiane non sono quelle del Sud
est asiatico e il governo italiano oltre che vietare le importazioni
del
pollame e delle uova dai paesi con aree affette ha anche intensificato
i
controlli non solo sugli allevamenti industriali ma anche su quelli
rurali.
Altre disposizioni assunte dal Governo riguardano:
-Il rafforzamento dei controlli all’importazione, sia per
quanto riguarda gli
animali vivi e gli alimenti di provenienza legale che per contrastare
quelli
introdotti nel nostro Paese in maniera illegale.
- L’intensificazione dei controlli sui bagagli dei
passeggeri, affiancando ai
servizi doganali i servizi veterinari di frontiera del Ministero della
Salute,
in particolare per tutto ciò che proviene dai Paesi a
rischio.
- La quarantena obbligatoria per le uova e i pulcini importati e il
rinforzo
della sorveglianza umana da parte dei 32 uffici del Ministero della
Salute
presenti nei porti e negli aeroporti italiani.
Inoltre con Ordinanza
Ministeriale 26 agosto 2005 contenente Misure di polizia
veterinaria in
materia di malattie infettive e diffusive dei volatili da cortile, si
conferma
l’obbligo di registrazione per le aziende di volatili, si
introducono misure di
quarantena e controllo negli spostamenti di questi animali e, ai fini
di una
adeguata informazione del consumatore l’etichettatura
obbligatoria delle carni
fresche di volatili da cortile.
Nell’etichetta verranno individuati l’origine,
l’allevamento di provenienza, la
data e il numero di lotto dello stabilimento di macellazione e di
sezionamento,
analogamente a quanto già avviene per le carni bovine.
È sicuro mangiare
il pollo, le uova e i tacchini?
Sì. Il pollame e le uova disponibili sul mercato italiano
sono sicuri da
mangiare. Inoltre i virus dell’influenza aviaria sono uccisi
da temperature
intorno ai 70°c, quindi la cottura elimina il virus.
È sicuro
maneggiare i polli, le uova e l'altro pollame
comprato al mercato o al supermercato?
Sì, è sicuro maneggiarli. È comunque
buona pratica igienica lavarsi spesso le
mani mentre si cucina. Controllare la presenza
dell’etichettatura diventata
obbligatoria in Italia con il decreto
ministeriale
del 1 Ottobre 2005.
I corvi ed altri uccelli
comuni quali i piccioni possono
essere pericolosi?
In Italia finora nessun virus aviario è stato rilevato.
Cosa dovrei fare se vengo in
contatto con uccelli morti?
Dovrei essere prudente?
Sì, ma non necessariamente a causa del virus aviario.
Tuttavia, come
precauzione, non bisogna toccare gli animali morti con le mani nude.
Lavarsi
bene le mani con sapone se si entra in contatto con specie avicole
morti.
Eventulmente usare precauzioni come i guanti o usare una pala a manico
lungo e
mettere dentro un sacco chiuso strettamente.
Gli uccelli selvatici
infettati possono rappresentare un
pericolo per gli esseri umani?
Gli esseri umani potrebbero infettarsi nuotando in acque contaminate
con materiale
fecale dalle anatre e dalle oche. Il virus può sopravvivere
nell'acqua per un
mese a bassa temperatura. Tuttavia, per il momento la barriera di
specie è tale
che i virus aviari non si replicano bene nei mammiferi, compresi i
maiali e i
cavalli, e negli esseri umani.
Ho un canarino: che cosa
dovrei fare se si ammala?
Chiamare il veterinario per consiglio.
Come precauzione generale, adottare completamente le pratiche
dell'igiene quali
il lavaggio delle mani con sapone dopo aver toccato degli uccelli.
Posso viaggiare?
Ai soggetti che si recano nelle aree geografiche affette,
l’OMS raccomanda: il
rispetto delle regole igienico-alimentari , di evitare in generale
contatti con
animali vivi o morti, e se possibile di evitare mercati e fiere dove vi
sia
commercio e/o esposizione di animali.
Cosa ha predisposto
l’Italia per contrastare l’eventuale
pandemia?
Il Ministero della Salute dà notizia che il nostro Paese ha
stipulato dei
contratti con delle ditte di livello mondiale che sono impegnate nella
produzione di vaccino influenzale pandemico e
acquisito con questi
contratti il diritto alla fornitura di circa 36 milioni di dosi di
vaccino
contro un virus pandemico. Tali contratti avranno durata fino al 2010.
I
vaccini sarebbero pronti entro 3-4 mesi dalla dichiarazione di pandemia
effettuata dall’OMS, e quindi dalla effettiva
disponibilità del ceppo virale
pandemico. Inoltre ha predisposto l’acquisto di 6 milioni di
cicli dei farmaci
antivirali.
Cosa sono i farmaci
antivirali?
I farmaci antivirali per la prevenzione e trattamento
dell’influenza
appartengono a due famiglie: gli Inibitori della proteina virale M2
sono
Amantadina e Rimantadina, quest’ultimo non in commercio in
Italia, che
attenuano di poco la sindrome e che sono gravati da effetti collaterali
seri a
carico del sistema nervoso e gastroenterico. Inoltre sembra che si sia
sviluppato un ceppo di H5N1 resistente all’Amantadina, forse
per l’uso
intensivo che gli allevatori hanno fatto in Cina di questo farmaco
usandolo sul
pollame.
Altri antivirali sono Osetalmivir, non commercializzato in Italia, e
Zanamivir:
presi entro le prime 48 ore, sembrano attenuare i sintomi e la durata
della
malattia in quanto inibiscono un enzima virale favorente l'ingresso e
la
liberazione del virus nella cellula, non ne bloccano però
del tutto la
replicazione. Solo Oseltamivir dispone della indicazione per la
prevenzione
post contatto, per poter essere prescritto dal Medico è
però necessario che vi
siano sintomi clinici specifici di Influenza aviaria e che vi sia il
contesto
epidemiologico di circolazione del virus.
Non esistono al momento in Italia virus influenzali pandemici in
circolazione.
Pertanto la prescrizione di questi farmaci non è fondata in
assenza di una
dichiarazione ufficiale di pandemia, infatti la cattiva utilizzazione
di questi
farmaci al di fuori del contesto pandemico potrebbe far sviluppare
resistenze
al farmaco e potrebbe quindi diminuirne l’efficacia nel caso
in cui dovrebbe
essere necessario ricorrervi.
Non devono inoltre essere considerati come una alternativa alla
vaccinazione,
il vaccino è infatti l’arma più
efficace.
Non si conosce ancora quale potrebbe essere il ceppo responsabile di
una
eventuale pandemia e una volta scoperto tale ceppo
dell’eventuale pandemia
potrebbe occorrere qualche mese, da tre a sei mesi, per approntare un
vaccino
in caso di circolazione del virus aviario. È proprio per
coprire questo periodo
di attesa e per tenere sotto controllo gli eventuali focolai che
dovrebbero
essere usati gli antivirali.
In un modello sperimentale di Ferguson pubblicato su Nature, per tenere
un
focolaio epidemico sotto controllo, cioé con un numero di
casi inferiore a 200,
è necessario che il virus sia identificato ed isolato quando
l’infezione ha
colpito non più di 30 persone, e i farmaci antivirali devono
essere
somministrati in tempi brevi alle 20.000 persone che circolano intorno
ai
pazienti colpiti.
È bene ricordare che la diagnosi di certezza della malattia
si attua solo in
presenza dei test di laboratorio.
Come riconoscere la malattia
in un allevamento di
pollame? Nei polli dopo un periodo di incubazione di 3 - 5
giorni possono
manifestarsi: perdita dell’appetito, diminuizione nella
produzione di uova,
rapida evoluzione fatale. Con o senza sintomi respiratori, digestivi o
nervosi
la mortalità può andare dal 75 al 100 %.
Oltre gli uccelli quali
altre specie animali possono
ammalarsi di Influenza aviaria?
Il maiale, e in circostanze particolare i felini, i mustelidi, gli
zibetti, gli
animali di laboratorio, come conigli, ratti, topi.
Ma in teoria possono infettarsi molte altre specie(visoni, cavalli)
compresi i
mammiferi marini come balene e foche e infine anche il cane con un
sottotipo
virale H3N8.
Come si può
seguire l’andamento della malattia negli
uccelli migratori?
Le
rotte
migratorie sono ben conosciute e seguite
dall’Organizzazione mondiale per
la Sanità animale e dalla FAO.
Dopo aver esaminato le rotte, i periodi di migrazione, i comportamenti
animali,
le diversità delle specie, gli esperti di queste
organizzazioni non ritengono
che vi sia un pericolo grave di introduzione del virus
nell’avifauna dei
territori europei. La FAO avvierà un programma
internazionale di sorveglianza
nei territori di sosta degli uccelli durante la loro rotta migratoria
verso
l’Africa e il Mediterraneo.