13 novembre 2007
IL GOVERNO CONVOCA FEDERFARMA: LE FARMACIE SOSPENDONO L’AGITAZIONE SINDACALE
Le
farmacie in questi giorni sono state additate al pubblico disprezzo e
accusate,
anche da parte di esponenti del Governo, di promuovere iniziative a
danno della
popolazione. In realtà le farmacie hanno preannunciato, con
il congruo anticipo
previsto dalla legge sul diritto di sciopero nei servizi pubblici
essenziali,
un’iniziativa sindacale. Tale iniziativa si sarebbe svolta
nel pieno rispetto
delle procedure previste dalla Commissione di garanzia con una delibera
(pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale) che regola dettagliatamente
possibili
agitazioni delle farmacie.
Le
farmacie sono state anche accusate di essere arroccate a difesa delle
proprie
posizioni. In realtà, le farmacie sono aperte al
cambiamento. Lo hanno
dimostrato le proposte elaborate, con il contributo di Federfarma,
nell’ambito
del tavolo tecnico istituito dal Ministro della salute.
Il
pacchetto di proposte ha come obiettivo la riforma del servizio
farmaceutico:
tiene conto dell’obiettivo di aumentare la concorrenza, di
creare nuove
opportunità per i laureati che aspirano ad una propria
farmacia, di agevolare
l’accesso al farmaco e ai servizi offerti dalle farmacie. Le
proposte di
Federfarma consentirebbero di assegnare in tempi brevi a farmacisti che
oggi
non hanno una farmacia almeno 2.000-2.200 nuove farmacie (che si
aggiungono
alle 17.500 attuali) e di rendere più flessibili gli orari
delle farmacie
stesse.
L’agitazione
delle farmacie nasce dal timore che, anziché tenere conto di
queste proposte,
si voglia far approvare ad ogni costo la vendita dei medicinali con
obbligo di
ricetta medica nei supermercati e nelle parafarmacie. Questa misura
(articolo 2
del disegno di legge Bersani-ter) stravolgerebbe il sistema,
permettendo
l’accesso ovunque a medicinali delicati, come antitumorali,
antidepressivi,
ormoni, vaccini. Se la misura fosse approvata, l’Italia
sarebbe l’unico Paese
al mondo a permettere la vendita di farmaci con ricetta negli esercizi
commerciali.
Oltre
a creare gravi problemi di sicurezza (le farmacie, a differenza degli
esercizi
commerciali, fanno parte di un network sanitario di garanzie e
controlli, nel
quale gli esercizi commerciali, per loro natura, non rientrano), la
norma
determinerebbe l’apertura selvaggia di negozi autorizzati a
vendere farmaci di
tutti i tipi, con una semplice procedura di silenzio-assenso e al di
fuori di
ogni regola. Le farmacie non sarebbero più in grado di
garantire il servizio
attuale, compresi i turni festivi e notturni, né tanto meno
i servizi
aggiuntivi che i cittadini e le istituzioni vorrebbero. I titolari
delle
piccole farmacie rurali sarebbero indotti a spostarsi dalle zone poco
popolate
a centri commercialmente più appetibili, lasciando prive del
servizio
farmaceutico intere aree del Paese, abitate soprattutto da anziani.
Le
farmacie raccolgono l’appello del Ministro della salute Livia
Turco e
sospendono l’iniziativa sindacale prevista per il 19
novembre, prendendo atto
che, a fronte di questa sospensione, il Governo ha aperto un confronto
per
individuare soluzioni alternative all’articolo 2 del DDL
Bersani-ter.
I
cittadini continueranno, quindi, a ricevere gratuitamente i medicinali
a carico
del SSN. La sospensione dell’iniziativa sindacale
consentirà un più sereno
svolgimento delle trattative ed eviterà ai cittadini disagi
che le farmacie
sperano di non dover mai arrecare.
A
differenza di quanto qualcuno sostiene, le farmacie hanno realmente a
cuore la
salute dei cittadini e hanno apprezzato che una grande
personalità come
l’ex-ministro della salute Umberto Veronesi abbia affermato
che “hanno una
grande dose di ragione nel protestare contro lo smantellamento del
servizio
farmaceutico”, determinato dalla volontà di
trattare il farmaco come fosse una
caramella.