Garattini contro omeopatia e agopuntura negli ospedali: "A quando maghi e fattucchieri?"

La decisione dell'ospedale di Grosseto di offrire prestazioni non basate sull'evidenza scientifica è sbagliata e, se imitata, metterebbe a rischio la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale

Martedí 26.04.2011 17:00

Ma quale omeopatia negli ospedali, per non parlare dell'agopuntura. Silvio Garattini, Direttore dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche 'Mario Negri' in un'intervista a Oggi, critica duramente la decisione dell'ospedale di Grosseto di accogliere al suo interno ambulatori di agopuntura, omeopatia e fitoterapia. Un ospedale, peraltro, balzato recentemente alle cronache televisive per le immagini di propri dipendenti che, in luoghi sensibili come il reparto di rianimazione, fumavano e tenevano comportamenti che la medicina basata sull'evidenza scientifica da tempo giudica negativamente.

"Da qualche decennio - sostiene Silvio Garattini - la vera medicina cerca di passare dalle impressioni alle prove, per evitare che gli ammalati vengano trattati senza la ragionevole sicurezza di ricevere interventi che indurranno un giovamento. E' la medicina basata sull'evidenza che diventa sempre più attenta a valutare criticamente il rapporto benefici-rischi e, a parità di benefici, il rapporto costi-benefici…..L'altra medicina è invece completamente senza prove. L'agopuntura è tutta in discussione anche per le molteplici modalità con cui può essere eseguita; i prodotti omeopatici, in gran maggioranza, non contengono nulla, i prodotti fitoterapici non si sa bene che cosa contengano e possono variare da preparazione a preparazione.

Non vi è nessun controllo, sono stati messi in commercio solo con una notifica e non sono obbligati a presentare alcuna documentazione che ne garantisca l'efficacia. Mentre i prezzi dei farmaci rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale sono frutto di negoziazioni, i prodotti omeopatici e fitoterapici hanno facoltà di fissare il prezzo che vogliono". 

"La pseudo-ragione che determina la scelta di mettere le due medicine sullo stesso piano - conclude Silvio Garattini -  si basa sul diritto dei cittadini a essere liberi nella scelta o nel rifiuto delle terapie. Nessuno contesta questo diritto. Se, però, si accettasse il principio secondo cui bisogna accontentare i desideri di tutti, perché non dare spazio in ospedale anche a fattucchiere, a maghi e guaritori in cui una parte del pubblico ripone grande fiducia? E perché non garantire la disponibilità di amuleti a carico del Servizio Sanitario Nazionale, visto che nel paese vi sono molti scaramantici? La via delle due medicine è anche un attentato a un bene prezioso: il Servizio Sanitario Nazionale, la cui sostenibilità nel tempo è legata al rimborso dei trattamenti basati sull'evidenza. E' bene che i politici riflettano sulla necessità di privilegiare la razionalità anziché rincorrere tutto ciò che può portare consensi e voti".


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